Copertina Leopardi antiromantico

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collana "Saggi"
pp. 216, Brossura, 978-88-15-23823-8
anno di pubblicazione 2012

PIER VINCENZO MENGALDO

Leopardi antiromantico

Mengaldo torna a cimentarsi con Leopardi, poeta prediletto, anzi, come lui stesso scrive, «il maggiore, e di gran lunga, lirico italiano dell’età moderna». Avvalendosi di raffinate conoscenze di linguistica e stilistica, tocca alcuni aspetti complessivi della poetica leopardiana (uno fra tutti: il carattere «antiromantico» del suo percorso), le costanti della lingua e della metrica dei «Canti» (l’abbondanza, per esempio, di rime baciate), infine la natura profonda di tre testi fra i più significativi della raccolta: «La sera del dì di festa», «A Silvia» e «La quiete dopo la tempesta». Ne risulta un’indagine in cui ciascun dato testuale e formale rimanda costantemente ad altro: un pensiero fermo e originalissimo che pervade ogni singola lirica del poeta di Recanati.

Pier Vincenzo Mengaldo ha insegnato Storia della lingua italiana nell’Università di Padova. Con il Mulino ha già pubblicato «L’epistolario di Nievo» (1987), «Storia della lingua italiana. Il Novecento» (1994) e «Sonavan le quiete stanze. Sullo stile dei «Canti» di Leopardi» (2006).

Premessa
I. Leopardi antiromantico
II. Due forme del discorso poetico leopardiano
III. "Io" e "noi" nei Canti
IV. Note di sintassi poetica leopardiana
V. Tra strofe e strofe dei Canti
VI. "Legato" e "staccato" nei versi dei Canti
VII. Quanto sono "sciolti" gli sciolti di Leopardi?
VIII. Strutture fini e costruzione nella Sera del dì di festa
IX. Una lettura di A Silvia
X. Per un commento alla Quiete dopo la tempesta
Indice dei nomi e delle cose notevoli

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