La sensibilità marca profondamente la nostra esistenza: piene di forme sensibili sono la vita diurna così come quella che ci regalano i sogni notturni, la musica che ascoltiamo, gli affetti che proviamo e i sapori che gustiamo. Ma la sensibilità è anche facoltà attiva: parlando, disegnando, modificando la materia che ci circonda produciamo ogni volta sensibilità. Se la scienza, la filosofia, il diritto ci hanno abituato a scorgere nella razionalità il tratto distintivo della specie umana, e nella ragione la facoltà che rende veramente umana la vita dell'"homo sapiens", il libro di Emanuele Coccia propone di infrangere questa lunga tradizione di pensiero, riabilitando una modalità negletta eppure onnipresente della nostra vita.
Emanuele Coccia è "maître de conférences" all'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi, dopo aver insegnato Storia della filosofia medievale all'Università di Friburgo in Germania. Ha pubblicato "La trasparenza delle immagini. Averroè e l'averroismo" (Bruno Mondadori, 2005) e ha curato, assieme a G. Agamben, l'antologia "Angeli. Ebraismo Cristianesimo Islam" (Neri Pozza, 2009).
Anteprima del testo delle prime cinque pagine a stampa del primo capitolo.
Il tuo browser non supporta la tecnologia necessaria per visualizzare l'anteprima.
Per visualizzzare l'anteprima utilizza uno dei seguenti browser.