Vuoi accedere con un tuo account social?
Non hai ancora un account?
ISCRIVITIBuchi nei tubi, buchi nella dotazione impiantistica, buchi nei bilanci: il settore idrico deve industrializzarsi e mobilitare risorse importanti che lo stato e la fiscalità non possono mettere a disposizione, e che vanno perciò ricercate sul mercato. Ma molti cittadini reagiscono con sconcerto, temendo che "privatizzazione" significhi precludere l'universalità dell'accesso a un bene comune. Questo libro offre una prospettiva diversa. E' possibile coinvolgere il privato senza che l'acqua diventi "dei privati"; modernizzare il settore e trasferire l'onere di finanziarlo dalla fiscalità alle tariffe pagate dagli utenti, senza che questo comporti esclusione sociale e diritti negati. L'esperienza di altri paesi ce lo dimostra, ma occorre sfuggire alla retorica, all'ideologia, alle molte trappole del buon senso comune. Mentre il paese discute se il mercato è di destra o di sinistra, a rimanere al palo sono gli investimenti e le manutenzioni: continuando così, ad essere "privati dell'acqua" saranno i nostri figli e nipoti.
Antonio Massarutto insegna Politica economica ed Economia pubblica nell'Università di Udine ed è direttore di ricerca allo IEFE, Istituto di economia e politica dell'energia e dell'ambiente dell'Università Bocconi. Per il Mulino ha già pubblicato "L'acqua" (2008) e "I rifiuti" (2009). Collabora con il periodico di informazione economica www.lavoce.info.