Copertina In nome del popolo italiano

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a stampa € 25,00
collana "Storie italiane"
pp. 344, Brossura, 978-88-15-13910-8
anno di pubblicazione 2013

CLAUDIO FOSCHINI

In nome del popolo italiano

Storie di una malavita

«Era il giorno 30/7 del 1949 alle ore dodici fra le baracche del rione Mandrione Acquedotto Felice nascevo io in qualche modo anchio avevo come gesù il bue e lasinello il bue una puttana del vicino Mandrione e lasinello, Agostino un ladro». Inizia così, in modo tenero e insieme sfrontato, l’autobiografia di Claudio Foschini, ladro, rapinatore, bandito e coatto. Claudio la scrive dal carcere romano di Rebibbia, uno dei tanti da cui entra ed esce in una vita da recidivo, e la spedisce all’Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano. E se come bandito non ha avuto grande fortuna, come scrittore rivela un talento straordinario, e vince il Premio Pieve. Ha scritto con furia, undici bloc notes fitti in sette mesi, in cui racconta un’esistenza che pare un piano inclinato: la nascita nella più degradata periferia romana, la miseria, l’apprendistato fin dall’infanzia come borseggiatore sulla linea 64, e poi i furti in appartamento, le rapine, la droga. Una «malavita», appunto, riscattata in parte dalla scelta di non sporcarsi mai le mani con l’omicidio e con lo spaccio. Quando va bene ci sono le fuoriserie, i night, le donne, quando va male c’è la galera e dopo, di nuovo, la necessità di procurarsi in qualunque modo del denaro. Una spirale che cresce fino al tragico epilogo, consumato in una mattina di maggio del 2010, quando Claudio viene ucciso da una guardia giurata mentre cerca di rapinare una tabaccheria. La sua morte non fa parte del racconto, ma, come scrive Giancarlo De Cataldo nella prefazione, «è impossibile leggere queste pagine piene di vita senza pensare al finale. Possiamo però lasciarci su un interrogativo: chissà se mentre se ne andava per sempre, anche a Claudio Foschini sarà affiorata alle labbra la battuta di Accattone morente: “aaah, mo’ sto bene...”».

Claudio Foschini (Roma, 1949-2010) ha vinto con questa autobiografia il Premio Pieve edizione 1992. Dalla storia è stato tratto il film-documentario «In nome del popolo italiano» (regia di Valia Santella, nella serie «I diari della Sacher» di Nanni Moretti, 2001).

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