Perché gli Usa continuano a ricorrere alla pena di morte mentre gran parte dei paesi democratici l'hanno abolita? Dal 1976 più di mille persone sono state giustiziate negli Stati Uniti e più di tremila attendono l'esecuzione nel braccio della morte. Come possono convivere, se non schizofrenicamente, la cultura ipergarantista del giusto processo e quella della pena capitale? In questo volume Zimring, uno dei più noti penalisti statunitensi, indaga sulle radici storiche e culturali di uno degli aspetti più contraddittori del sistema penale americano. Da un'ampia e approfondita indagine condotta sul campo emerge come, negli ultimi decenni, la pena di morte non sia più vissuta e percepita come un legittimo atto punitivo dello Stato, bensì come un servizio a conforto delle vittime del reato. Non a caso essa è più reclamata e praticata proprio nei paesi americani del Sud, dove più forte è la cultura della giustizia privata, figlia dell'antica pratica del linciaggio. Se l'eredità dei vigilantes è dunque all'origine della persistenza della pena capitale, forse essa può costituire anche l'argomento più forte a sostegno della sua abolizione.
Franklin E. Zimring è titolare della cattedra William G. Simon e direttore del Criminal Justice Research Program presso l'Institute for Legal Research della University of California a Berkeley. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo "American Juvenile Justice" (2005) e "The Great American Crime Decline" (2007).