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La ricerca dell'oro e dell'Eldorado ossessionò i conquistatori
fin dall'inizio del '500, spingendoli a valicare le Ande ed esplorare le
ignote, selvose contrade orientali, in spedizioni spesso disastrose, sempre
deludenti. Un Eldorado che nella sua elusività continuava a spostarsi oltre il
filo dell'orizzonte man mano che le esplorazioni procedevano. La terra dei
Mojos, nell'alto bacino amazzonico, inondata per molti mesi dell'anno, fu
l'ultima, tardiva meta di queste esplorazioni. Una terra misteriosa, che la
leggenda voleva abitata da genti ricche in oro e preziosi. Ma gli spagnoli vi
trovarono - come narrano queste pagine avvincenti - solo uno smisurato pantano,
abitato da genti povere, disperse, poco numerose e quindi non adatte ad essere
sfruttate per il lavoro. Se ne catturarono invece le anime, ammaestrate dai
Gesuiti in una rete di Missioni che furono seconde, per popolazione e ordine,
solo a quelle del Paraguay.
Massimo Livi Bacci
insegna Demografia nell'Università di Firenze. Dal 1989 al 1993 è stato
Presidente dell'International Union for the Scientific Study of Population. Nel
2001 ha ricevuto il premio Invernizzi per l'Economia. E' socio dell'Accademia
dei Lincei. Tra le sue pubblicazioni con il Mulino: "Popolazione e
alimentazione. Saggio sulla storia demografica europea" (II ed. 1993),
"Storia minima della popolazione del mondo" (III ed. 2005),
"Conquista. La distruzione degli indios americani" (2005).