Caso unico in Italia, nelle Due Sicilie l'ordinamento giudiziario riformato dai francesi all'inizio dell'Ottocento fu, seppure con modifiche, conservato dai Borbone. Il "mestiere di giudice" si svolse così sotto il segno del dialogo tra il modello originario e la sua versione locale. Il libro ricostruisce le vicende dei magistrati passati dai tribunali di diritto comune alla "monarchia amministrativa" ottocentesca; alle storie individuali s'intreccia la riflessione che impegnò la classe dirigente borbonica intorno alla relazione fra istituzioni statali e società. Ne emergono i tratti peculiari sviluppati dalla magistratura napoletana tra due rivoluzioni, dal complesso rapporto con la sovranità alla concezione della funzione giudiziaria, in una costante tensione fra il valore della formazione specialistica e la pressione esercitata da un organico sempre più burocratico.
Indice: Introduzione. - I. Dall'antico regime alla riforma napoleonica. - II. Tra funzionari e notabili. La magistratura napoletana secondo il modello napoleonico. - III. Formazione, dignità e disciplina. Il profilo del magistrato borbonico. - IV. Fedeltà, politica, famiglia. I magistrati e la rivoluzione. - Conclusioni. - Indice dei nomi.
Carolina Castellano è assegnista di ricerca in Storia contemporanea al Dipartimento di Sociologia dell'Università di Napoli "Federico II" e docente a contratto nella Facoltà di Scienze politiche dell'Università della Calabria.