Copertina Suoni inauditi

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a stampa € 15,00
collana "Intersezioni"
pp. 272, Brossura, 978-88-15-09827-6
anno di pubblicazione 2005

DAVIDE SPARTI

Suoni inauditi

L'improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana

Si può dire qualcosa di interessante sull'improvvisazione partendo da discipline apparentemente estranee alla musica e al jazz, come la sociologia o la filosofia del linguaggio? Nel raccogliere questa sfida Davide Sparti mostra che l'improvvisazione non coincide con il regno della libertà spontanea, come ritengono quanti vedono nel jazz una forma d'arte primitiva ed intuitiva che elude i processi cognitivi. Al contrario, se i musicisti sono capaci di improvvisare, è perché conoscono le regole e i materiali della loro disciplina, al punto da permettersi di trasgredirli in modo creativo. Per rendere conto dell'improvvisazione bisogna dunque spiegare sia i vincoli a cui essa è sottoposta, sia la competenza necessaria per creare qualcosa di nuovo. Il jazzista non sa in anticipo quali idee genererà nel corso dell'esecuzione, né può - in una performance improvvisata - "tornare indietro". Può però rivolgersi a quello che è stato già suonato (da lui o da altri), ed estenderlo, creando così delle forme retrospettivamente. Benché l'improvvisazione trovi la sua consacrazione definitiva nel jazz, essa costituisce una pratica culturale prima ancora che musicale. In fondo la situazione del jazzista assomiglia a tante altre della vita quotidiana: si improvvisa conversando, in un gioco sportivo, cucinando, di fronte agli ordinari piccoli imprevisti come ai grandi eventi esistenziali per i quali non disponiamo di un copione già noto (pubertà, menopausa, nascite, morti, separazioni), e persino in quelle situazioni dove affidarsi alla sola routine può essere pericoloso, dall'organizzazione del lavoro alla sala operatoria. Siamo così condotti dal jazz a quella che si potrebbe chiamare la logica della creatività.

Davide Sparti è professore associato presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Siena. Con il Mulino ha pubblicato "Identità e coscienza" (2000) e "Epistemologia delle scienze sociali" (2002); con Feltrinelli "Soggetti al tempo" (1996), "Wittgenstein politico" (2000) e "L'importanza di essere umani. Etica del riconoscimento" (2003).

Prefazione
1. Dalla sociologia della musica al jazz: l'improvvisazione come pratica culturale
2. Adorno e il jazz: storia di un fraintendimento reciproco
3. Il potere di sorprendere: l'improvvisazione come competenza
4. Nel solco dell'emergenza: la logica interattiva dell'improvvisazione
5. L'improvvisazione come categoria interpretativa di fenomeni non musicali
Conclusione
Riferimenti bibliografici
Indice dei nomi

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