Una costante del sistema politico italiano.
Coniato da Depretis - che voleva rassicurare la politica moderata e al tempo stesso allargare il consenso del giovane stato estendendo il governo alla borghesia progressista - il termine "trasformismo" ha finito per indicare una prassi parlamentare consistente nel continuo scambio di voti tra maggioranza e opposizione, nei frequenti passaggi di deputati e senatori da una parte politica all'altra, in una maggioranza mobile e plastica, pronta a spezzarsi e ricomporsi attorno alla figura di singoli leader. Nella pubblicistica e nell'opinione comune il termine divenuto poi sinonimo di assenza di princpi, ma anche di disponibilit a voltar gabbana: da qui l'idea (fuorviante) del trasformismo come categoria antropologica, come carattere nazionale negativo. Il progredire degli studi storiografici arricchisce ora il fenomeno di nuove interpretazioni. Dal connubio di Cavour fino a tempi recenti, il trasformismo - vero e proprio modello italiano - ha reso possibili scelte centriste e moderate in presenza di forze politiche fortemente antisistema e reciprocamente delegittimantesi. In un sistema come il nostro, a lungo privo di alternanza, unire il centro-destra e il centro-sinistra stato un modo per poter respingere partiti e movimenti di destra e di sinistra fortemente radicalizzati.
Luigi Musella insegna Storia contemporanea nell'Universit di Napoli. Tra le sue pubblicazioni "Individui, amici, clienti. Relazioni personali e circuiti politici in Italia meridionale tra Ottocento e Novecento" (Il Mulino, 1994) e "Clientelismo. Tradizione e trasformazione della politica italiana 1975-1992" (Guida, 2000).