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Uno dei problemi della sociologia contemporanea - sostiene Raymond Boudon - è la preminenza che la ricerca empirica e l'indagine descrittiva hanno assunto all'interno della disciplina a scapito della speculazione teorica. Tale tendenza rischia di non far avanzare il sapere sulla società, togliendo prestigio al ragionamento e all'argomentazione sociologici. E' necessario perciò ricominciare a "pensare in grande", ripartendo dagli autori classici, come Tocqueville, Simmel, Durkheim, Pareto, Weber, Tarde, ma anche da autori come Smith o Scheler, solitamente non inclusi nella tradizione sociologica. Arrampicandosi "sulle spalle dei giganti", Boudon ha inteso introdurre il lettore nel modo più gradevole e meno tecnico possibile ai grandi problemi di metodo che incontrano le scienze sociali e ai grandi principi che le guidano nella loro dimensione autenticamente scientifica. Uno sforzo che poggia su un'ipotesi: che le idee importanti sono più facili da cogliere quando le si osservi "in statu nascendi".
Raymond Boudon insegna Sociologia alla Sorbona di Parigi ed è direttore dell'Institut de Sciences Appliquées. Tra le sue opere tradotte dal Mulino: "Il posto del disordine" (1985), "Metodologia della ricerca sociologica" (nuova ed. 2002), "Trattato di sociologia" (1997), "Il vero e il giusto" (1997), "Il senso dei valori" (2000), "Sentimenti di giustizia" (2002).