Copertina Il giornalista di Ciano

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a stampa € 23,24
collana "Storia/memoria"
pp. 416, 978-88-15-07347-1
anno di pubblicazione 2000

GIOVANNI ANSALDO

Il giornalista di Ciano

Le cronache del regime nel diario inedito del più brillante e acuto giornalista fascista.

A mano a mano che ne vengono in luce nuove sequenze, la sterminata opera diaristica di Giovanni Ansaldo appare sempre più come una miniera di conoscenze sulla società italiana dagli anni del fascismo in poi, un formidabile repertorio di vizi e virtù (ma più i primi delle seconde) dei protagonisti grandi e piccoli della nostra storia, autore non escluso. Seppure in maniera discontinua, Ansaldo tenne una qualche forma di diario per quasi tutta la vita. Così, dopo le memorie del 1926-27 relative al confino e il diario della prigionia in Germania nel 1944-45, è la volta oggi dei diari dei dodici anni (1932-43) che vedono la "sterzata lenta" di Ansaldo verso il fascismo e, dopo il 1937, la sua attività come principe dei giornalisti del regime e uomo di fiducia di Galeazzo Ciano. Il diario inizia mentre Ansaldo è giornalista al quotidiano genovese "Il lavoro", ed è per i primi tempi sostanzialmente uno zibaldone di pensieri, commenti su fatti curiosi, ritratti di personaggi venuti a tiro della penna di Ansaldo (da Ungaretti a Longanesi). Poi però la vita di Ansaldo cambia marcia, allorché egli entra nell'orbita di Ciano, che gli affida la direzione del "Telegrafo" di Livorno. Con il "codazzo" del ministro degli Esteri Ansaldo entra dunque nelle stanze del potere fascista, ne segue le mosse, ne ascolta i pettegolezzi e ne vede, dietro gli scenari di cartapesta, piccinerie e miserie: e tutto registra in queste sue pagine private. Confessato solo a sé e alla propria intelligenza scettica, è un ritratto spietato del fascismo, una poco onorevole foto di gruppo del regime e della sua classe dirigente.

Giovanni Ansaldo (1895-1969), scrittore e giornalista, negli anni Venti fu vicino agli ambienti antifascisti; in seguito aderì al fascismo e fu direttore del "Telegrafo" di Livorno. Nel dopoguerra, dopo alcuni anni di emarginazione, ha diretto "Il Mattino" di Napoli (1950-65). Il Mulino pubblicato "L'antifascista riluttante" (1992) e il "Diario di prigionia" (1993).

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