Premio Viareggio 2018 a "La macchina imperfetta" di Guido Melis


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La motivazione di Luciano Canfora per l'assegnazione del Premio Letterario Internazionale Viareggio-Rèpaci 2018 per la saggistica al libro di Guido Melis "La macchina imperfetta. Immagine e realtà dello Stato fascista":

"Dal tempo in cui un grande storico inglese, Sir Ronald Syme, con The Roman Revolution (1939), rinnovò la storiografia sul passaggio dalla tarda repubblica romana al principato di Augusto studiando capillarmente i gruppi dirigenti e la loro mobilità a continuità all’interno di una macchina statale ormai più complessa e del passaggio da un regime all’altro, quel metodo ha influenzato in modo decisivo la storiografia ben oltre i confini del mondo antico. Il raffronto con l’opera di Guido Melis, La macchina imperfetta, non è casuale: sia per il metodo, sia per il fenomeno storico che lui ha studiato, cioè il passaggio da plurilesionato stato liberale allo stato fascista. Quest’ultimo, peraltro, insistentemente si proclamò erede dell’archetipo augusteo suggerendo ai propri intellettuali di argomentare, quanto possibile, in proposito. 
L’opera di Melis è divisa in quattro parti: governo e amministrazione, partito, leggi e istituzioni, economia pubblica. In modo particolare nella prima parte (governo e amministrazione) Melis mette in luce la continuità degli uomini rispetto allo stato liberale, e soprattutto la persistenza di prassi politiche e amministrative già ben consolidate. Così il lettore può osservare come il fascismo abbia governato servendosi, nei gangli vitali dell’apparato statale, degli alti funzionari del periodo prefascista. E per parte sua il lettore di Roman Revolution può osservare analogo fenomeno quando passa in rassegna le esperimentate famiglie, già repubblicane, cui il princeps affidò – salvo improvvise campagne di epurazione – la gestione delle province e delle legioni; per non parlare dell’organo continuista per eccellenza, cioè il Senato. Altro macroscopico elemento che accomuna le due vicende.
Melis sa efficacemente compenetrare affreschi complessivi e primi piani di personaggi-chiave, procurando, su questo terreno, vere e proprie scoperte. Un esempio per tutti, il caso assai interessante del corporativista di sinistra Paolo Fortunati.
Disponevamo, nella biografia defeliciana, di una monumentale materies, talvolta accatastata; ora disponiamo, per il cruciale e sempre ritornante fenomeno del fascismo italiano, di un vero e durevole libro di storia. Frutto di anni di lavoro, esce nell’80° delle Leggi razziali. Ne discende un monito: stiamo attenti!"

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