Until just a few centuries ago, the human mind seemed relatively simple. We knew that some things – such as messages purportedly sent by the gods – escaped the control of consciousness. Then the situation changed. Freud – though his explanations of the origins and the meanings of our dreams, as well as of the errors and lapses we experience in our daily lives – ushered in the unconscious. Today we mistakenly believe we are familiar with the unconscious mind. As the authors explain in this book, discoveries in scientific psychology have identified another, more pervasive and hidden, dimension of unconsciousness, thanks to which we perceive, pay attention, remember, and think. This “cognitive” unconscious is an outcome of the brain’s natural evolution. Moreover, the increasingly large amounts of information we deal with and what happens on our computer screens seem to have created a kind of “artificial” unconscious, a source of dangerous traps. Acknowledging the existence of many types of unconscious minds allows us to be more attentive to mechanisms that might deceive us, thus leading us to believe that we are more knowledgeable than we actually are.
Paolo Legrenzi is professor emeritus of Psychology at the Ca’ Foscari University in Venice.
Carlo Umiltà is professor emeritus of Neuropsychology at the University of Padua.
- Premessa
- I. La storia naturale della coscienza
- 1. Prima della coscienza
- 2. Quando appare la coscienza? Un primo
criterio
- 3. Quando appare la coscienza? Un secondo
criterio
- II. La caccia all’inconscio
- 1. Coscienza a posto e coscienziosità
- 2. Catturare l’inconscio?
- 3. L’entusiasmo per la caccia all’inconscio
- 4. Tipi di inconscio
- III. L’esplorazione dell’inconscio in laboratorio
- 1. Inconscio freudiano e inconscio cognitivo
- 2. Ma come si fa a essere sicuri che l’inconscio
ci sia?
- 3. L’esistenza dell’inconscio può essere provata
- 4. Come si può esplorare l’inconscio in laboratorio
- IV. Come funziona l’inconscio
- 1. L’attenzione ha un ruolo?
- 2. Un problema generale
- 3. La persuasione occulta è reale?
- 4. Un significato alla volta
- 5. L’inconscio non conosce inibizione
- 6. Il dualista che rese felici i riduzionisti
- 7. Ma Libet ha proprio messo in crisi il libero
arbitrio?
- 8. Solo la coscienza può dire «no»?
- V. Dove sta la coscienza e quando serve?
- 1. Ma dove sta la coscienza?
- 2. Esiste la «scatola» della coscienza?
- 3. La coscienza come spazio di lavoro globale
- 4. Quando la coscienza serve
- VI. Ci possiamo fidare dell’inconscio cognitivo?
- 1. L’inconscio cognitivo erede del passato?
- 2. Sapere di sapere e sapere di non sapere
- 3. L’illusione della conoscenza e la maledizione
della conoscenza
- VII. Inconscio e scelte etiche
- 1. L’inconscio cognitivo etico
- 2. Come trasferire l’inconscio cognitivo su
sistemi artificiali
- 3. Inconscio cognitivo e punto focale
- VIII. Libero arbitrio e inconscio cognitivo
- 1. Libero arbitrio e inconscio cognitivo
- 2. Libero arbitrio e rete
- 3. Inconscio cognitivo e rete
- IX. Le 7 trappole dell’inconscio cognitivo
- 1. La trappola delle descrizioni unilaterali e
della focalizzazione
- 2. La trappola della paura degli eventi e i
pericoli oggettivi
- 3. La trappola del pensiero locale
- 4. La trappola delle emozioni
- 5. La trappola del presente e dei tempi brevi
- 6. La trappola del sapere
- 7. La trappola della coscienza
- Conclusioni
- 1. Un inconscio cognitivo naturale e uno artificiale
- 2. John Maurice Clark e il nuovo paradigma
- Indice analitico
- Indice dei nomi
Anteprima del testo delle prime cinque pagine a stampa del primo capitolo.
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